Pino Di Gennaro nasce a Troia, in provincia di Foggia, il 20 ottobre 1951. Studia a Milano al Liceo Artistico di Brera; si diploma in scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera, scuola di Alik Cavaliere.
Durante il periodo dell’Accademia partecipa attivamente al movimento di rinnovamento della scuola; con alcuni amici forma il Gruppo B7 il Collettivo dell’Accademia.
Nel 1982, con gli artisti milanesi Galbusera, Jannelli, Miano e Zanini, fonda il “Gruppo Atelier” spazio di confronto e dibattito sulle opere e sulle poetiche che accoglie al suo interno esperienze figurative diverse fra loro divenendo luogo di discussione sulla produzione artistica. Con la mostra “Atelier” a Palazzo Dugnani di Milano nel dicembre 1983, il Gruppo ha la sua prima uscita pubblica. L’attività espositiva con gli stessi artisti prosegue a tutt’oggi con esposizioni in importanti città come Milano, Torino, Madrid, Valencia, Barcellona, Wurzburg.
Il Gruppo si fa promotore delle mostre “Venature”, che coinvolge di volta in volta artisti alle differenti poetiche, per offrire sia a livello di contenuto sia a livello di linguaggio una panoramica multidimensionale circa l’attività artistica sia italiana sia europea.
Dal 1972 al 1985 frequenta lo studio dello scultore Arnaldo Pomodoro, esperienza fondamentale per la formazione artistica; negli stessi anni é nominato suo assistente alle scenografie di: “Das Katchen von heilbronn” di H. von Kleist, Zurigo, 1972, regia L. Ronconi “Semiramide” di G. Rossini, Roma, 1982, regia di R. Guicciardini “Orestea-Agamennuni” di E. Isgrò, Ruderi di Gibellina, 1993, regia di F. Crivelli “Alceste” di C. W. Gluck, Genova, 1987, regia di V. Puecher.
Dal 1976 al 1999 insegna Figura Modellata e Discipline Plastiche all’Istituto Statale d’Arte di Monza e al Liceo Artistico Brera di Milano.
Attualmente è docente di prima fascia all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.
L’intensa attività dedicata alla didattica e all’insegnamento della scultura si esplicita nella stesura del testo scolastico, di vasto consenso, “I Modi della Scultura”, Editore Hoepli.con una nuova edizione nel 2011
La scultura di Pino Di Gennaro abbraccia la modalità “per via di porre” anziché “per via di levare”. Le sue opere racchiudono il risultato sapiente della modellazione di materiali morbidi quali la creta, la plastilina, la cartapesta e, solo ultimamente, la cera.
Nell’esaltare l’espressività del singolo materiale, lo scultore abbina materiali poveri a materiali nobili: cartapesta e acciaio; cera e bronzo; cartapesta e piombo. Preferisce il bronzo per le opere all’aperto, usando la tecnica della fusione a cera persa, declinata nelle sue numerose possibilità espressive; esalta il colore del materiale se trattato con acidi e pigmenti; con la lucidatura a specchio ne esalta luminosità e preziosità.
La mano non è solo strumento ma potenziale mezzo espressivo: la mano vedente che plasma la materia informe, la mano quale secondo cervello periferico apprende, elabora, realizza una relazione di ascolto della materia come fosse un corpo a corpo volto ad esaltare le potenzialità espressive della mano nella materia, in un inevitabile “gioco erotico”.
Il colore della cartapesta, la luminosità del bronzo, la trasparenza della cera e l’opacità del piombo, qui non sono viste come qualità dei singoli materiali, bensì come possibilità espressive della materia, a creare l’affascinante dialettica tra materia fragile e materia dura, povera e ricca classica e popolare.
La poetica artistica dello scultore è volta alla funzione sociale della scultura negli spazi urbani quale possibilità di concorrere a migliorare la qualità estetica dei luoghi, l’identità e la qualità di vita degli abitanti valorizzando il rapporto scultura-architettura, nel favorire momenti di interazione tra lo spazio l’opera d’arte e il suo fruitore. Questi concetti prendono forma nel Monumento alla Pace realizzato per il Comune di Troia in Piazza S. Secondino, le tre grandi sculture-fontana, in bronzo, sono intese come un’installazione per far rivivere tutto lo spazio della piazza.
Negli ultimi anni la sua attività si nutre di una nuova esperienza: l’arte come cura, sperimenta e utilizza la creta come medium per ” curare “ i giovani adolescenti vittime del bullismo attività svolta nel laboratorio presso l’Ospedale Fatebenefratelli di Milano
Nel 2011 pubblica il Manuale di Scultura per le edizioni Hoepli.